Gli zii



Ho avuto la grande fortuna di avere molti zii. 


Da parte di mamma lo zio Gianni, lo zio Fausto, lo zio Aldo, lo zio Nello e lo zio Italo.

Ce ne sono poi altri due che non ho conosciuto lo zio Mario fratello di  mia madre e morto in guerra, e la zia Adele sorella di mio padre e morta giovane, poi la piccola Nerina la piccola Tilde rispettivamente sorelline di mia madre e di mio padre morte bambine per le quali era rimasta in famiglia una certa devozione e commemorazione nel giorno dei defunti. Presso di noi bambini, noi intendo le mie sorelle ed io, abitava la loro madre, la nonna Maria,  venivano a trovarla nelle domeniche e nelle feste. Portavano dolci per lei , e sempre qualcosa anche per noi:  le caramelle col buco, i lecca-lecca e una volta lo zio Nello portò i palloni gonfiati con il gas che volavano in cielo. Per noi era una gioia. La gioia più grande era sentirli parlare e raccontare.


Qui di seguito alcune note brevi che riguardano i miei ricordo degli zii. Se lo vorranno fare , lascio ai tanti cugini  il compito di raccontare di più.

 

Mi limiterò a raccontare qualcosa di più dei due zii che non hanno avuto la fortuna di una lunga vita, e che sono morti senza nessuno che li possa ricordare: lo zio Mario , del quale porto il nome, morto in guerra a 32 anni, scapolo, e la zia Adele , sorella del papà che morì a 23 anni poco dopo essersi sposata e che non ebbe figli.

Zio Gianni

Gianni raccontava dell'Africa dove era stato da giovane dagli anni '30 fino alla fine della guerra: Massaua dove il caldo “scioglieva le candele” , Asmara dove le malattie uccidevano i suoi amici “come le mosche”, e poi la caccia ai facoceri alle gazzelle, … Gianni portava sempre dei regali regali “a sorpresa” si divertiva a preparare i presenti con una crescente curiosità ed eccitazione e quando li stava per mostrare  usava dire una frase che io allora credevo fosse in francese, ma poi ho scoperto essere in dialetto piacentino pronunciata male da chi a Piacenza era stato poco. Diceva: “Porta i strass bagn!” letteralmente “Porta gli stracci bagnati”, intendendo per far rinvenire quelli che  sopraffatti dalla sorpresa, sveniranno nel vedere il regalo. 

Zio Fausto

Fausto era un pioniere della radio e poi della televisioni, lavorava nei laboratori di Sesto San Giovanni ed aveva costruito la prima televisione che entrò nella mia famiglia, fummo pionieri, nel  piccolo condominio di sei famiglie, venivano tutte a vedere la TV a casa nostra.


Zio Aldo

Aldo, era stato un valente ginnasta, saliva la pertica “con una mano sola”. Aveva lavorato presso l'Arsenale Militare di Piacenza, poi dopo la guerra aveva aperto un negozio di materiale elettrico e idraulico, stufe e fornelli che aggiustava, distribuiva anche le bombole del gas. Sapeva disegnare molto bene. Per noi inventava le macchine più fantasiose e ce le disegnava per ore: la più belle era quella che “dava-da-mangiare-agli-uccellini”, piena di tramogge, nastri trasportatori e altre fantasie che ci incantavano , come ci incantava la sua Lambretta dove la zia Nuccia si sedeva sul sedile dietro con le gambette di lato come usava una volta. 

Aldo sapeva fare tutti i lavoretti di casa ed anche di più, riparava per il vicinato cose elettriche e le stufe a gas ma la sua passione erano i giocattoli. Quando andò in pensione, questa cosa  divenne una attività. Lui aggiustava le bambole e la zia metteva in ordine i loro vestiti e le capigliature. Misero in piedi una vera “Clinica delle Bambole” per la gioia dei bambini di Piacenza. Intorno agli anni '70  i negozianti, ai quali si rivolgevano i bimbi con le bambole e le macchinine rotte, li indirizzavano alla loro “Clinica“.  Mi ricordo lo zio che si ingegnava per sistemare i giocatoli più complicati ed il loro compenso al di là dei pochi spiccioli era sorriso dei bimbi quando il giocattolo gli veniva reso riparato e messo a nuovo. 

Zio Nello

Nello, lavorava a Milano, anche lui nel mondo della televisione, me lo ricordo in una foto presso le antenne della RAI del Monte Penice. La sua ditta individuale si chiamava “L.L.Radio”. Erano i tempi del boom di condomini nella periferia di Milano e la richiesta di Antenne TV doveva essere grande. Lo zio Nello aveva la “Topolino Giardinetta” quella con le porte di legno. Veniva a trovare la nonna e noi, lo ricordo sempre sorridente e pronto alla battuta. Aveva la passione per il modellismo ferroviario, mise insieme, con il figlio, un plastico, pieno di automatismi e logiche i treni partivano e si fermavano da soli. Che meraviglia!

Zio Italo

Italo, tra tutti gli zii era quello che vedevamo meno perché era lontano, si era sposato e  lavorava a Livorno. Veniva un paio di volte  all'anno una in coincidenza  con la “Fiera di Milano”, quando non veniva lui andava da lui la nonna, mi ricordo che prendeva un treno a Piacenza che si chiamava “La Freccia Azzurra” , che delusione quando vidi il treno per la prima volta  scoprii che era nocciola e grigio come tutti gli altri treni! Lo zio Italo veniva in macchina e spesso veniva anche la zia Maria Pia, aveva una bella macchina color verde chiarissimo e targata LI  nessuno dei miei amici aveva uno zio con una macchina così, ne ero orgoglioso. Quando veniva, se era solo, dormiva da noi, io dormivo sul divano, quando veniva con la zia andavano all'albergo, ma a cena erano sempre da noi,  la mamma aveva un menù particolare per lo zio Italo preparava quello che a lui piaceva, le fettina di vitello in bianco con le patate e il prezzemolo, e le polpette.  Una o due volte siamo andati noi tutti a Livorno a trovare gli zii e i cuginetti. Che festa! La loro casa aveva una terrazza quadrata, grande dove si poteva giocare al gioco dei quattro cantoni! Andavamo a mangiare il pesce in qualche buon ristorante di Livorno. Lui e mio padre andavano a mangiare i “Tartufi di mare” crudi in un chioschetto sulla passeggiata di Livorno, una volta ne ho assaggiato uno , che bontà!