Cetteo Ciancialapica


Cetteo Ciancialapica chi era costui?

 

Il nome Cetteo è tipicamente Pescarese, infatti a San Cetteo è dedicato il duomo di Pescara. Il cognome Ciancialapica credo che non esista più.

 

Come avrete capito navigare in Internet mi piace.

 

Un giorno volli fare una prova, digitai nome e cognome di mio padre su Internet. Tutto mi aspettavo, tranne di arrivare dove arrivai.

 

Nome e Cognome di mio padre comparivano! Il sito era quello dell'Archivio storico dell'Università di Bologna.

 

Entrai nel sito e cercai il riferimento, era stato iscritto fuori corso alla facoltà di Economia e Commercio nel 47-48. Mio padre non era laureato, in quell'anno era effettivamente in Italia, ma non c'erano altri riferimenti e poteva essere un caso di omonimia.

 

Scrissi al sito dell'archivio chiedendo la conferma della data di nascita.

 

Sapevo che mio padre era all'epoca molto vicino a mio zio Italo, quasi suo coetaneo ed una volta mi raccontò che avevano studiato insieme. Mentre aspettavo la risposta cercai nello stesso archivio il nome di mio zio. C'era eccome! Trovai lui, suo zio, fratello di mio nonno, che tutti in famiglia credevamo farmacista e invece era iscritto a lettere, ed un cugino del bis-nonno medico farmacista.

 

Scrissi chiedendo come si poteva fare per accedere ai fascicoli, mi dettero un appuntamento per un paio di settimane dopo.

 

Andai a Bologna, facendomi accompagnare all'archivio da un mio grande amico, che abitava a Bologna. Più per il piacere di chiacchierare con lui che per un'effettiva necessità.

Era Marzo, ricordo bene che era proprio il 21 perché, dopo, andammo in San Petronio a vedere il raggio di sole che segna l'equinozio di primavera sulla meridiana.

L'archivista ci mise a disposizione un ufficetto dove portarono i fascicoli, raccomandandoci di non perdere nessun documento e ci dettero l'autorizzazione a fotografarli gratuitamente con nostri mezzi, oppure di fotocopiarli, dietro pagamento di una cifra molto ragionevole. Optai per la seconda soluzione, più pratica ma tecnicamente meno fedele.

 

Tra i documenti trovai cose inaspettate. Iniziai da quello di mio padre. Effettivamente si era iscritto all'università nell'anno accademico 1939-'40, quando lavorava già alla banca, ma fu richiamato alle armi nel maggio del 1940 e non aveva terminato l'anno, dopo di che fu fatto prigioniero. Nella carpetta trovai l'atto di nascita, il foglio matricolare del servizio militare, le lettere che mia madre scriveva ogni anno al rettore della facoltà per spiegare che il S.Ten Carlo Gioia era stato impossibilitato a frequentare in quanto prigioniero di guerra. Non aveva frequentato l'anno accademico 1940-41, 1941-42, 1942-43, 1943-44, 1944-45, 1945-46... sei anni! Trovare le lettere di mia madre, che era mancata da poco, riconoscere la sua calligrafia, mi emozionò. Pensare al rituale invio ogni anno della lettera con lo stesso scopo, mi emozionò.

 

Passai al fascicolo di mio zio Italo, anche nel suo c'erano documenti anagrafici, una foto, un sunto della sua esperienza militare, poi una lettera nella quale chiedeva il trasferimento ad un'altra università.

 

Passai al fascicolo di "zio Amleto", fratello di mio nonno Ladislao. Anche qui atto di nascita dove scoprii che si chiamava Amleto Ulsman Adice, poi che era stato iscritto alla facoltà di lettere nell'anno accademico 1899-00, al termine del quale chiese ed ottenne il trasferimento allo “Istituto Studi Superiori di Firenze“.

 

L'ultimo molto interessante per la mia storia era il fascicolo del dottore in farmacia Michele Luise, l'unico che finì per laurearsi (ma nemmeno lui a Bologna).

 

Il fascicolo conteneva l'atto di nascita, dal quale seppi che era nato a Pescara, il padre si chiamava Daniele ed il nonno Nicola. Il suo nonno, Nicola, era anche nonno del mio bis-nonno. Era quindi un mio ascendente diretto del 5° grado; ovviamente prima di allora ne ignoravo il nome. Tra le carte, oltre agli attestati di frequenza e di profitto, trovai un certificato di un medico di Pescara del 1882 che attestava un'incompatibilità del giovane con il clima di Bologna e chiedeva il trasferimento a Napoli. Dove presumo che si laureò.

 

E Cetteo cosa c'entra? Niente, ma nell'immaginario della mia famiglia rappresenta un riferimento!

Era uno dei testimoni per l'atto di nascita di Michele Luise, il 2 febbraio 1861. Aveva già sessantacinque anni, risiedeva a Pescara ed era di professione “servente" e "regnicolo", cioè impiegato e suddito del regno -quello delle due Sicilie. Ricordo che nel 1861 Pescara era nella provincia dell'Abruzzo Citra, con capoluogo Chieti. Era sulla sponda sud del fiume omonimo, che segnava il confine con l'Abruzzo Ultra, con capoluogo Teramo.

 

Forse la firma apposta su quell'atto ha chiuso per sempre la dinastia dei Ciancialapica, forse Cetteo non fu confermato dall'amministrazione Sabauda che pochi mesi dopo avrebbe preso il controllo della città di Pescara. Ho trovato tra gli emigrati in USA nel 1902, il nome di un Ciancialapica italiano, di Spoltore, che è a 8 km da Pescara. Internet mi diverte.